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A Carnevale non sei un vero bolzanino se...

Il carnevale è una tradizione internazionale e di carnevali famosi ne conosciamo davvero molti. Da Rio a Viareggio, da Venezia a che ne so io, ogni Paese ha la sua tradizione.
Anche in Alto Adige non siamo da meno e abbiamo anche noi le nostre tradizioni, i nostri pilastri, i nostri punti fissi che ogni anno nel periodo di febbraio si ripresentano puntuali.
Ebbene a Carnevale non sei un vero bolzanino se...

1. ...non hai mai mangiato i Crostoli



Sono dolci tipici italiani che vengono preparati proprio in questo periodo. In realtà li chiamiamo così solo nella nostra regione, in Veneto e in Friuli. Altrove il nome cambia. Sono fatti con un impasto semplice di farina, uova, burro e zucchero e tutte le pasticcerie e i supermercati ne fanno scorta già dai primi di gennaio.
I migliori comunque quelli leggendari fatti dalle nonne, i cui forni a febbraio sembrano le borse di Mary Poppins. La mia li faceva anche ripieni di marmellata. Ogni altoatesino che si rispetti mette su qualche chilo per farli fuori.

2. ...non sei mai andato in maschera al Talvera


 
10.000 anni fa le tribù iniziavano la propria gioventù con la caccia. A Bolzano l'iniziazione dei giovani è sempre avvenuta sui prati del Talvera a Carnevale.
La leggenda narra che il pomeriggio di giovedì grasso e quello del sabato di Carnevale, migliaia di pargoli di Bolzano venissero mandati in maschera sulle passeggiate più conosciute della città per creare una massa indistinguibile di colori, in una sorta di pollaio umano. In passato l'iniziazione prevedeva anche una sorta di scontro con le Mele Marce, noto gruppo di punk che menava tutti con i manganelli. Al termine della giornata i prati erano ricoperti di coriandoli e bombolette vuote. Oggi quei giorni sono solo un ricordo, ma tanti bolzanini a Carnevale portano ancora i propri figli sui luoghi della memoria.

3. ...non hai mai comprato oggetti carnevaleschi da Gutweniger


Una volta Gutweniger era sotto i portici. Ora non più, ma la tradizione rimane.
A Carnevale ogni bolzanino che si rispetti deve acquistare un costume, un accessorio per il costume o un certo numero di oggetti buffi nel negozio di giocattoli per eccellenza.
Palloncini flatulenti, escrementi finti, sangue finto, trucchi, maschere, armi di plastica, cappelli... la scelta era talmente ampia che quando si andava in spedizione sembrava di essere Harry Potter a Diagon Alley.
I più simpatici i compravano le fialette puzzolenti che rigorosamente venivano rotte nei cessi delle scuole.

4. ...non hai mai mangiato i Krapfen


[caption id="attachment_39739" align="aligncenter" width="500"] Di Roland Zumbühl (Picswiss), Arlesheim (Commons:Picswiss project) - CC BY-SA 3.0[/caption]
Fuori dalla nostra regione lo chiamano blasfemicamente "bombolone", ma il suo vero nome riecheggia nelle menti delle menti più nobili.
Il Krapfen è il dolce degli déi, talmente buono da valicare i confini della festività ed essere onnipresente. Ma siccome le calorie non sono poche, in molti aspettano il periodo di febbraio per usare la scusa che è il dolce di Carnevale e ne fanno incetta.
Alla crema, alla marmellata e al cioccolato sono quelli più celebri. Buonissimi se ripieni di nutella, in alcuni posti li fanno anche al pistacchio o chi più ne ha più ne metta.
La leggenda narra che se a febbraio non ne mangi almeno uno diventi un trentino.

5. ...non sei mai andato in pellegrinaggio a Laives



Il Sacro libro dei bolzanini prevede che almeno una volta nella vita ogni credente debba recarsi in pellegrinaggio al Carnevale di Laives.
Nella città sacra della Bassa Atesina viene realizzata la più imponente sfilata di carri della regione (tanto che viene replicata addirittura nel capoluogo).
Così, nel giorno della sfilata, migliaia di bolzanini si recano a Laives per vedere il corteo tradizionale, il cui mantra rimane l'ironia o la satira. Sacerdoti dell'occasione i mitici ed immancabili Franz e Bepi.
Non mancano le bancarelle di Krapfen per riempirsi come palloni.
Se non ci sei mai stato sei un folle!